Quando e perché è necessario devitalizzare un dente
Una buona igiene orale domestica, associata a periodiche visite di controllo da parte del dentista di fiducia, e ad una seduta di igiene orale professionale almeno ogni sei mesi, aiutano a mantenere una bocca sana.
Sapevate che nel cavo orale di norma possiamo quantificare all’incirca cinquanta milioni di batteri? Niente paura, perché oltre ai batteri per così dire «cattivi» esistono anche batteri «buoni», ma è comunque buona cosa tenere presente che i primi vi saranno sempre, e che i consigli che da sempre accompagnano le raccomandazioni dei professionisti, per quanto possano risultare ripetitivi, restano pur sempre il più valido aiuto per prevenire le patologie della bocca, mantenendo appunto un buon equilibrio fra batteri buoni e batteri cattivi.
L’equilibrio di cui sopra è messo in discussione dalle più comuni carie, le quali se non curate per tempo vanno in profondità e causano problemi ben più gravi; da possibili traumi a carico della dentatura, quando ad esempio siamo di fronte a denti scheggiati in maniera importante; o a denti rotti; e persino dall’età, quindi dall’invecchiamento che interessa anche i denti.
La parte dura dei denti, ovvero lo strato di smalto dentale che li protegge, viene compromesso dall’azione dell’acido organico prodotto dai batteri cattivi, i quali compiono una trasformazione dei carboidrati che ingeriamo.
Una visita di controllo periodica associata ad una seduta di igiene orale permette di intercettare precocemente questi processi e di fornire al paziente le opportune avvisaglie per tutelare al meglio la salute della bocca, ma quando viene a mancare questo controllo da parte del dentista o di una igienista dentale per diverso tempo, può accadere che i batteri cattivi riescano a scavarsi un varco in profondità, nello strato sottostante lo smalto di protezione, cioè nella dentina. A quel punto si sono formati dei fori che vanno ad interessare il tessuto molle più profondo, quello che comunemente chiamiamo nervo del dente, o per meglio dire la polpa del dente. Il fenomeno del mal di denti è il risultato della infiammazione ed infezione della polpa dentale, la cosiddetta pulpite. Purtroppo, quando si profila questa situazione, siamo di fronte ad un problema che il più delle volte richiede l’intervento di un endodontista, cioè di un dentista specializzato in terapia canalare, meglio conosciuta come devitalizzazione del dente.
Endodonzia: come conservare un dente compromesso.
Normalmente si parla di terapia conservativa riferendosi alla cura della carie tramite l’ otturazione in composito. Anche l’endodonzia appartiene a quel tipo di terapie atte a conservare un dente naturale, riportandolo al grado di salute ottimale per scongiurare il rischio di dover procedere con una estrazione del dente stesso. Letteralmente endodonzia significa «dentro il dente» dal greco «endo» (dentro) e «odontos» (dente), ed è una branca della odontoiatria che si occupa di curare il dente al suo interno. All’atto pratico potremmo dire che una devitalizzazione consiste in una seduta durante la quale viene asportata chirurgicamente la polpa dentale.
La polpa di un dente è un tessuto connettivo contenente cellule connettivali, terminazioni nervose, vene, e arterie. L’infiammazione cronica o acuta della polpa dentale in taluni casi coinvolge l’osso alveolare, e può essere causa di granulomi, cisti o ascessi che un endodontista riconosce tramite un esame radiografico digitale, spesso molto ben visibili nella zona apicale della radice che presenta delle macchie nerastre.
La seduta di terapia canalare avviene sotto anestesia locale. Il dentista endodontista isola la zona in cui opera tramite una diga, ovvero una pellicola di gomma tenuta in tensione da una piccola struttura metallica che viene forata attorno alla corona del dente da trattare. A quel punto avviene l’atto vero e proprio di devitalizzazione del dente tramite la terapia canalare.
Attraverso un sofisticato strumento rotante, ovvero un micromotore endodontico, il tessuto pulpare compromesso viene asportato affinché la patologia non coinvolga le zone circostanti o persino gli altri denti.
Una volta rimossa la polpa si procede con dei lavaggi dei canali radicolari che vengono otturati con della guttaperca, una resina di origine vegetale dall’aspetto simile alla gomma naturale che grazie alle sue caratteristiche plastiche va a chiudere i canali precedentemente occupati dalla polpa. Sulle prime si chiude la zona di apertura con del cemento provvisorio, per poi ricostruire il dente ed eventualmente incapsularlo. In taluni casi è possibile devitalizzare, ricostruire e incapsulare con una corona provvisoria in resina un dente in una sola seduta. Le variabili sono sempre da definirsi caso per caso.
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