PARODONTITE: È POSSIBILE PERDERE I DENTI IN GIOVANE ETÀ – DOMANDE E RISPOSTE A SASSUOLO – MODENA

Molti pazienti giovani che si rivolgono al nostro centro dentistico quando presentano problemi di mobilità dentale sembrano non sapere che la parodontite non è una patologia che coinvolge solo i pazienti più anziani. Nel corso di questo articolo parleremo del problema e cercheremo di fornire utili informazioni per le possibili soluzioni.

 

Contrariamente a quanti pensano che la parodontite sia un problema ad esclusivo appannaggio dei pazienti più anziani, precisiamo che in realtà questa patologia coinvolge molti giovani e giovanissimi pazienti che purtroppo incorrono nel rischio di perdere i denti in giovane età. L’importanza di abituare i giovani ad avere un rapporto di fiducia costante nel tempo con il proprio dentista può essere estesa alla soluzione di varie problematiche, infatti è di fondamentale importanza effettuare periodiche visite di controllo anche per scongiurare problemi che un paziente, specialmente se molto giovane, potrebbe ignorare; infatti la malattia parodontale può presentarsi in una forma assai pericolosa persino nei pazienti in età adolescenziale, e solo un dentista che visita periodicamente il proprio paziente è in grado di diagnosticarla tempestivamente per poterla affrontare con le opportune terapie.

 

La parodontite viene divisa secondo una classificazione in quattro stadi che dipendono dalla loro capacità di aggredire il parodonto. Il livello di progressione della parodontite invece viene suddiviso in tre gradi. Questo per dire come viene suddivisa la parodontite al giorno d’oggi secondo un sistema di classificazione della malattia, mentre in passato il problema che riguarda i giovani veniva denominato in maniera più semplicistica come «parodontite giovanile».

 

I quattro stadi riguardanti la moderna classificazione possono essere definiti in ordine crescente di gravità da uno a quattro, dove lo stadio numero uno comprende quei fenomeni di parodontite di minore gravità, per poi arrivare allo stadio numero quattro che comprende le forme più gravi ed insidiose della malattia parodontale. I tre gradi in cui è suddivisa la malattia, A, B e C, assegnano alla parodontite un livello di criticità per quanto riguarda lo stato di salute generale del paziente, altri possibili fattori di rischio, nonché la diversa rapidità con la quale può progredire la malattia.

 

Che differenza c’è fra una parodontite aggressiva e una parodontite cronica?

 

La parodontite è una patologia infiammatoria di tipo degenerativo che colpisce il parodonto, ovvero quell’insieme di tessuti (duri e molli) che fungono da sostegno ai denti. La parodontite è causata dall’azione di batteri contenuti nel tartaro e nella placca dentale, e danno vita al formarsi di tasche parodontali, le quali causano un graduale indebolimento delle strutture si sostegno dei denti, prima provocando la loro mobilità, fino a farli cadere con il passare del tempo.

Anche i pazienti giovani possono essere affetti dalla parodontite, sia essa una parodontite aggressiva che una parodontite cronica.

Per quanto riguarda la parodontite aggressiva essa è classificata negli stadi tre e quattro, e ai gradi B e C. La parodontite aggressiva si differenzia da quella cronica perché ha un grado di evoluzione assai più veloce, e in breve tempo è capace di produrre dei danni molto importanti ai tessuti che sostengono il dente. Vista l’aggressività e la rapidità con la quale evolve è bene che venga diagnosticata in tempo per potere intervenire, e l’unico modo per farlo è grazie a periodiche visite di controllo da parte del proprio dentista, altrimenti si finisce per rivolgersi al dentista quando la parodontite ha già prodotto dei seri danni alla dentatura.

 

Quando parliamo invece di parodontite cronica ci riferiamo a quella forma della malattia che può essere causata da vari fattori. Un paziente, anche in giovane età, potrebbe essere geneticamente predisposto alla parodontite, ma questa patologia colpisce anche soggetti affetti da deficienze immunitarie, i fumatori e i diabetici. Molto spesso la parodontite cronica è frutto di una scarsa igiene dentale domiciliare, alla quale segue il più delle volte il mancato appuntamento periodico dal dentista per una visita di controllo o una seduta di igiene dentale professionale, durante le quali è possibile diagnosticarne precocemente la comparsa, e intervenire. Questo perché in mancanza di una buona igiene orale si formano dei sedimenti di placca che a loro volta si trasformano in tartaro, all’interno del quale è presente una proliferazione di batteri, ed è bene ricordare che nella sua evoluzione il tartaro è in grado di causare dei danni importanti al parodonto e all’osso.

 

 

Come si riconosce la “Parodontite Giovanile”?

 

Qualunque tipo di patologia odontoiatrica, dalla più banale alla più aggressiva come ad esempio la cosiddetta parodontite giovanile, per poterla curare o, meglio ancora, prima che causi dei seri problemi, deve prima di tutto essere diagnosticata da un professionista. Un aspetto particolarmente insidioso di questa patologia è che non presentando sintomi di rilievo sin dagli inizi può essere difficile da diagnosticare. Il campanello di allarme più eclatante è senz’altro la mobilità dentale, ma è anche vero che nel momento in cui si ha la percezione dei denti che si muovono significa che la parodontite ha già avuto modo di prendere corso….

Per quanto possa sembrare banale, il modo migliore per proteggersi dal manifestarsi della parodontite risiede nella prevenzione.

Intercettare precocemente eventuali problematiche, cioè prima che queste causino dei danni ai denti, in fondo non è poi così difficile: ricordiamo che una visita di controllo periodica dal dentista, ed una seduta di igiene professionale con ablazione del tartaro, resteranno sempre i migliori sostenitori della salute dei nostri denti. Odontoiatrica San Damiano ha sempre attiva una campagna di sensibilizzazione in tal proposito, proponendo a tutti coloro che non sono ancora nostri pazienti l’opportunità di avere una seduta di igiene orale professionale, comprensiva di un check-up completo per un compenso complessivo di 49€.

Quali sono i segnali di allarme da non trascurare per non incorrere in una malattia parodontale?

Potremmo tornare a dire che il sanguinamento gengivale è senz’altro un disturbo da non prendere alla leggera, ma è anche vero che spesso i soggetti fumatori non presentano tali evidenze, dal momento che la nicotina contenuta nel fumo di sigaretta è un vasocostrittore, quindi potrebbe ridurre o nascondere quello che per altri risulta come un evidente campanello di allarme.

Pertanto, anche qualora non si riscontrasse il fenomeno del sanguinamento, i segnali più vistosi del problema sono da imputare ad una recessione gengivale – anche se questa non è detto che riguardi sempre una patologia, perché può essere causata da uno spazzolamento dei denti troppo aggressivo ai danni delle gengive, per cui per avere un parere puntuale occorre recarsi dal dentista che osserva il fenomeno con una sonda parodontale – , ma soprattutto una mobilità dei denti.

All’origine di una patologia parodontale esistono anche dei fattori ereditari: molto spesso nostri pazienti ci confidano che in famiglia vi è chi – come ad esempio i genitori – ha perso i denti da giovane. Tuttavia fra le cause più comuni restano quelle legate alla trascuratezza: la scarsa igiene orale domestica unita ad abitudini alimentari ricche di carboidrati, un cattivo rapporto con il dentista, e fattori aggravanti come il fumo di sigaretta.

I pazienti devono trovare la giusta motivazione a creare e mantenere delle sane abitudini, e il regolare rapporto periodico con il proprio dentista di fiducia, al fine di mantenere una corretta igiene dentale, a maggior ragione in presenza di una malattia cronica come la malattia parodontale.

Prestazioni correlate

Curettage: con questo termine si indica quella prestazione professionale di igiene per curare le tasche parodontali poco profonde (fino a 4/5 mm). In pratica si tratta di effettuare sotto consiglio del dentista una o più sedute – a seconda dell’entità del problema -, nelle quali viene praticata sotto anestesia locale la pulizia dentale sottogengivale mediante degli appositi strumenti denominati curette per eliminare il deposito di tartaro che è sceso al di sotto della gengiva prima che causi dei danni importanti.

Curettage Chirurgico: con questo termine si indica invece quella prestazione professionale eseguita chirurgicamente quando le tasche parodontali sono molto più profonde. Nello specifico occorre aprire la gengiva con il bisturi, e levigare in profondità per rimuovere i sedimenti di tartaro, bonificando al contempo quei tessuti di granulazione che si sono formati al posto del parodonto, e se in quella occasione si riscontrassero dei problemi importanti a danno dell’osso si può procedere con una rigenerativa dei tessuti ossei. Qualora i denti mostrassero di essere irrimediabilmente compromessi sarà opportuno procedere alla loro estrazione, e consigliare il paziente sul loro ripristino con la tecnica più adatta, privilegiando – quando si presentano le condizioni favorevoli – una riabilitazione dentale fissa mediante l’implantologia osteointegrata.

 

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